BEATA IGNORANZA

La più raffinata, precisa e coinvolgente trazione anteriore sul mercato. Scherzo! Ma sa come farvi sorridere

A fare le cose per le spicce questa recensione si potrebbe riassumere tutta in “braaaaap baaap blblbl bang stuu tuuu tutu” che come potete intuire è più o meno l’insieme di suoni e fucilate che arrivano dallo scarico quadruplo di questa piccola Abarth 500, uno dei tre principali pregi di quest’auto, ma cerchiamo di non essere subito troppo infantili e procediamo con ordine. Acquistata poco tempo fa da un amico questa Abarth ha già dieci anni ma porta la sua età senza problemi conservando un aspetto simile a quello di un confetto… un confetto parecchio arrabbiato. Nota positiva infatti è che questo particolare esemplare non ha il minimo complesso d’inferiorità verso le performance di versioni moderne come la Competizione o la Rivale dopo che qualche lavoretto ha portato l’1.4 litri T-jet da 135 cavalli a circa 180, una cifra interessante quando dovete portare a spasso solo 1.035 chili di peso. Un paio di altre modifiche successive all’acquisto hanno resa la Abarth nuovamente umana da guidare visto che qualche sadico aveva montato molle più basse di 45 millimetri (subito sostituite con quelle originali) e rigidissime che rendevano il posteriore piuttosto allegro – cosa anche divertente se volete – ma pareva di guidare un piano da cucina in granito che ignorava il significato del verbo “ammortizzare”. Un altro punto, il secondo, a favore della 500 è il suo aspetto: devo ammettere che non esiste nessun’altra citycar sportiva con una personalità e un appeal così forti. La Swift Sport, la Twingo RS o la UP GTI sono tutte auto carine ma nessuna ha un’immagine così presuntuosa e arrogante in poco più di tre metri e mezzo, a partire dai passaruota gonfi e gli sfoghi sui paraurti fino all’alettone posteriore e ai loghi Abarth sparsi ovunque come fossero glassa decorativa.

Il terzo grosso pregio di questa piccola sportiva – e qua scoperchiamo un pentolone di commenti da forum e opinioni di gente decisamente poco obiettiva – è rappresentato dalle spassose sensazioni di guida che provate dietro al suo volante, anche se non intendo nel senso canonico del termine. Da un lato abbiamo chi pensa che la 500 sia un disastro in tutti i sensi e dall’altro chi la reputa perfetta solo perché è chiassosa e va veloce, ma a essere schietti se state cercando una trazione anteriore meccanicamente raffinata o con un telaio studiato a dovere c’è ben altro rispetto alla Abarth: potete puntare su una Fiesta ST200 o su una Megane RS 265 Cup usata, senza nemmeno scomodare icone come la Clio Williams o la Honda Integra Type R però… c’è un  però. Per quanto sia imperfetta – perché lo è – la Abarth ha la grande capacità di farvi divertire un mondo, e con tanti piccoli trucchetti riesce a tirare fuori il bambino di sei anni che è in voi, impaziente di far scoppiare lo scarico in fase di cambiata o di affumicare le gomme in uscita di curva. Girate la chiave e starete già sorridendo: lo scarico di questo esemplare ha un aspetto quasi identico ad un classico Record Monza a quattro terminali con la piccola differenza di essere praticamente vuoto, e i decibel che ne escono sono molesti come il peggiore degli stalker. Ma è questo il bello. Lasciate scaldare il quattro cilindri insieme alla sua turbina (che ora gira a 1,3 bar anziché 0,8), e quello che otterrete a qualunque possibile regime sarà casino, casino e ancora casino; i vostri vicini chiederanno un’ordinanza restrittiva ma voi starete ridendo troppo per preoccuparvene.

Il sound della Abarth non è esattamente armonioso ma è pieno di cattivi propositi già al minimo e quando ci avrete preso un po’ la mano riuscirete a far scoppiare lo scarico quasi a ogni cambiata, utile quando volete spaventare chi state sorpassando. A questo aggiungete il soffio del turbocompressore, tanti gorgoglii in rilascio e un rumore piuttosto industriale ma rabbioso e capirete come mai la vostra media scenderà drasticamente. Oh, e non è tutto fumo senza arrosto, quell’1.4 litri spinge decisamente forte. Il turbo lag è notevole ma l’acceleratore è reattivo e sopra i 2.800 giri avrete una spinta costante fin dopo i 5.500, con un tempo sullo 0-100 ampiamente sotto i sette secondi. Ma poi arrivano le curve, curve piuttosto speciali peraltro. Il percorso scelto circonda il Lago di Tenno (incantevole) ed è ricco di tornanti, contropendenze e entusiasmanti tratti da terza o quarta piene dove capite chiaramente se sia valida o meno la 500. La posizione di guida è alta, troppo alta, e fate fatica a trovarvi a vostro agio ma se abbassate completamente il sedile e parzialmente il volante si inizia a ragionare, mentre la pedaliera è ben spaziata e comoda per il punta tacco. Il cambio non è particolarmente sportivo, ha una corsa lunga e un’azione un po’ gommosa ma è molto facile da usare e difficilmente avrete un impuntamento. Lo sterzo è un altro elemento che pur non brillando fa bene il suo dovere: non si può definire comunicativo e non è nemmeno troppo diretto, ma stranamente – e sono il primo a essere stupito – insieme al corpo vettura riuscite a capire perfettamente quanto grip vi rimanga a disposizione, il che vuol dire che potete tenere un passo parecchio criminale su queste strade, a patto di fare traiettorie perfette.

Specialmente nei tornanti infatti una brutta linea o pestare troppo e troppo presto sull’acceleratore in uscita si tradurrà in tanto – ma veramente tanto – sottosterzo, e a ben poco vi servirà il TTC che equipaggia la 500. Il differenziale elettronico della Abarth (attivabile tramite un tasto sulla plancia) frena la ruota interna che slitta ma personalmente mi convince proprio poco visto che la sua azione è per nulla progressiva e fastidiosamente a scatti; migliora sotto la pioggia, ma sull’asciutto molto meglio tenerlo spento e dosare col vostro piede destro la coppia del quattro cilindri parzializzando l’acceleratore e concentrandovi su traiettorie pulite, magari ritardando un po’ il punto di corda. Così facendo la 500 Abarth diventa davvero agile, divertente (ovviamente con lo scarico che continua a sbraitare e scoppiare a ogni regime) e molto veloce, in particolare in un percorso misto dove insieme alle dimensioni ridotte l’effetto che otterrete è quello di una scatola di fiammiferi in fiamme tanto è esuberante di carattere. Quando avrete voglia di rallentare avrete anche una gradita sorpresa visto che l’ex proprietario ha montato dischi flottanti e pinze Brembo capaci di arrestare i 1.035 chili dello scorpioncino in uno spazio minuscolo e con un mordente – superati i primi millimetri della corsa del pedale un po’ anonimi – fantastico. Sarà il fatto di avere 45 cavalli in più che in origine ed uno scarico così sgarbato, ma l’ignoranza che c’era nelle vecchie Abarth non si è persa per strada e la 500, perlomeno questa, ricorda vagamente le bare degli anni ’80 e ’90, seppur molto più facile da spingere al limite. Il succo della 500 sta proprio nella sua semplicità e facilità di accesso alle prestazioni: è un’auto un po’ teppista che non è mai cresciuta e che non si prende nemmeno troppo sul serio, felice nella sua beata ignoranza. Fondamentalmente potete vedere la 500 Abarth come una macchina stupida, chiassosa e poco raffinata, ma non mancherà mai di strapparvi un sorriso mentre la guidate.

di Tommaso Ferrari