NOT THAT BAD THAT HELL

72 ore di sonno non pervenuto per seguire le 24 Ore più folli, eccitanti e pericolose del Motorsport in quello che ormai è considerato IL circuito

Tre giorni da passare all’Inferno Verde invitato dalla Falken Tyres per godersi la gara di durata più spettacolare e terrificante del mondo, la 24 Ore del Nurburgring. Onestamente mi son capitate cose molto peggiori nella vita, considerando poi che l’organizzazione si è rivelata eccellente come ogni anno e che il team della nota azienda di pneumatici è stato di una cortesia rara. La giornata è iniziata alle tre di mattina di Venerdì 11 Maggio con un lungo e noiosissimo tratto autostradale per raggiungere l’aeroporto di Malpensa, in modo da essere prima di pranzo a un alberghetto molto quieto sulle sponde di un lago tedesco dal nome impronunciabile a una ventina di chilometri dalla meravigliosa Nordschleife. Impresa relativamente facile calcolando l’assenza di limiti di velocità per buona parte del tragitto Francoforte – Albergo, anche se riesco a comunque godermi la sorprendente campagna tedesca composta da strade piacevolmente tortuose e infiniti campi colorati. Dopo aver pranzato e visto il letto solo da lontano veniamo portati nel cuore dell’evento, ovvero i box e il paddock situati lungo il rettilineo principale del circuito GP, dove sono schierati tutti i camion delle squadre corse e meccanici, piloti e tecnici stanno lavorando febbrilmente. Nonostante manchino più di ventiquattro ore all’inizio della gara la tensione è palpabile a causa delle qualifiche in corso, cui primo posto sarà conquistato verso sera dalla Porsche 911 – numero 911 ovviamente – del team Manthey, che fa segnare un incredibile tempo di 8’09’’105, solo quattro decimi più veloce della 911 numero 44 del team Falken Motorsports.

Già la media superiore ai 186 km/h è sbalorditiva, ma bisogna ricordare inoltre che questo tempo include il circuito GP moderno che durante la 24h è sfruttato per quasi tutta la sua lunghezza: sarà veloce, tortuoso e impegnativo, ma per i piloti è considerata la parte rilassante di tutti i 25,378 chilometri da percorrere, visto che i rimanenti 21 consistono nell’affrontare le 154 curve del Nurburgring, a qualunque ora e in qualunque condizione meteo. Da brividi. Per stemperare la tensione prima di cena la Falken ha organizzato per spettatori e piloti uno scenografico spettacolo di Drifting lungo buona parte del circuito moderno che vede esibirsi qualunque tipo di vettura da vecchie Bmw E30 e E36 a Nissan Silvia e perfino una sorta di pick up con un enorme alettone. Dopo aver respirato parecchio fumo – e probabilmente anche gomma pura – visitiamo il paddock in notturna, dove lo spettacolo di Audi R8 LMS, AMG GT3, 911 GT3 R, Glickenhaus SCG003c… è un misto di fascino e reverenza: sembrano bestie dormienti pronte a scatenarsi per 24 intere ore lottando con unghie e denti contro il più insidioso dei circuiti, termine riduttivo visto che il Ring fa parte di una categoria a sé, quasi fosse più una dimostrazione estrema di coraggio che un nastro d’asfalto nel bosco.

La notte – così come i giorni seguenti – dormo molto poco (leggi: nulla), un po’ per l’adrenalina un po’ per la sveglia prestissimo per essere pronti al weekend che per molti team è semplicemente il più importante dell’anno. Dopo aver incontrato i piloti – con facce concentrate, sorridenti ma neanche molto tese a dir la verità – visito la griglia di partenza prima del via definitivo: alle ore 15.30 la bandiera si abbassa e quasi 150 vetture partono all’inseguimento di un trofeo che simboleggia l’aver sconfitto e dominato il Ring. Le 24 ore successive sono semplicemente un furore di emozioni. I paddock brulicano di vita: meccanici indaffarati, ombrelline prese d’assalto, case automobilistiche che sfoggiano la loro crème de la crème (come la Project One della Mercedes-Amg, che però sembra sottotono e timida rispetto alla Valkyrie AMR Pro portata dalla Aston) e persino una ruota panoramica se volete godervi lo spettacolo dall’alto. Nel frattempo però lungo la Nordschleife si fa sul serio, e nonostante il sole splenda e l’asfalto sia asciutto il Nurburgring inizia a mietere le prime vittime, con incidenti più o meno gravi, senza però mai conseguenze serie fortunatamente. Le prime ore preannunciano già chi saranno i protagonisti dell’anno: le posizioni di testa vengono scambiate fra le Porsche numero 911 e 912 del Team Manthey, l’AMG GT3 numero 4 del Team Black Falcon e la Vantage GT3 numero 7; anche le velocissime Audi R8 LMS erano grandi favorite, ma la sfortuna e svariati incidenti non hanno giovato alla casa degli anelli.

Con il passare delle ore calano anche le tenebre, rendendo l’esperienza della 24h del Nurburgring persino magica. Camminando (per mezz’ore) fra i boschi per giungere alle migliori curve del circuito venite travolti da una passione ed un entusiasmo incontenibili, fatto da decine di migliaia di persone accampate lungo i prati della Nordschleife, musica, odore di barbecue e improbabili falò in bidoni con inciso il logo del Ring; e sì, persino i tedeschi alticci rendono tutto più caratteristico. Ma in realtà ogni singolo sguardo è rivolto a quel nastro scuro che a intervalli irregolari viene interrotto da fasci abbaglianti e sound maestosi, che rimbombano per tutta la foresta dell’Eifel. L’alba vede tornare in scena l’imprevedibile tempo del Ring con una pioggia battente e nebbia fittissima, che crea ulteriori incidenti e farà fermare la gara per quasi due ore verso la fine. Questo è il motivo della vittoria praticamente al fotofinish della verdissima Porsche 911 numero 912 (condotta da Lietz, Pilet, Makowiecki, Tandy), dopo uno spettacolare sorpasso ai danni della AMG GT3 numero 4 che si consolerà con un meritatissimo secondo posto. Anche i nostri gentili ospiti della Falken avranno di che esser contenti: la loro Porsche 911 GT3 R (con un pazzesco motore da 9500 giri/min) si è piazzata nona assoluta, mentre la M6 GT3 quindicesima (che per inciso aveva uno dei sound più brutali dell’intero schieramento, specialmente in scalata). La gioia del ‘Ring sta nel viverlo fino in fondo: accantonate il sonno e invece di pass Vip prendete una tenda, trovate la curva migliore e lasciatevi travolgere dalla confusione, sarà indimenticabile.

Lavoro svolto per Automobilismo di Giugno ’18

di Tommaso Ferrari