FAST WAGON
Peserà pure quanto un piccolo grattacielo, ma 605 cavalli in una lussuosa station wagon hanno effetti esilaranti sul guidatore e terrificanti per i passeggeri
E’ da quando il creato inventò la Volvo 850 T5 R che gli appassionati hanno un debole per le station wagon veloci, o perlomeno è sicuramente il mio caso. Pensare ad un’auto capace di caricare cinque persone, bagagli e eventuali cani e riuscire a terrorizzare tutti durante il tragitto è troppo entusiasmante per non piacere, e la vecchia Volvo ne era ben capace: il suo 2.3 litri turbo garantiva 250 km/h di velocità massima, aveva 340 Nm di coppia e 250 cavalli che potevano tranquillamente arrivare a 400 con effetti interessanti sui passeggeri. Con il tempo però la potenza della T5 R iniziò a sembrare quasi scarsa a causa di wagon come l’Audi RS4 B5, la C63 AMG W204 e la M5 Touring V10 che ridefinirono i parametri di ‘Fast Estate’ con prestazioni elevatissime e tutto lo spazio che potevate desiderare per mettere rastrelli, peluche, eventuali piccole creature e legna. Come non amarle? Tuttavia qualche anno dopo le sopracitate Audi, AMG, Bmw etc. finirono per apparire superate tanto quanto la T5 R perché la casa degli anelli nel realizzare la sua ultima familiare sportiva si fece prendere leggermente la mano presentando… la RS6 Performance. La RS6 normale non era certo sobria ma potevate – per un secondo – ingannare tutti, e affumicare con una station wagon praticamente qualunque sportiva trovata ai semafori; più o meno come vedere un piccolo e indifeso procione assalire un alligatore, decisamente inaspettato.
Passato poco però ad Audi sembrò una buona idea alzare ulteriormente l’asticella con la versione Performance in prova, che adesso appare tanto cattiva quanto lo è sotto il cofano: ormai il tenero procione non può più fregare nessuno. Rispetto alla versione standard con ‘soli’ 560 cavalli il 4.0 litri V8 biturbo della Performance è stato portato fino a 605 cavalli e 750 Nm di coppia, che a pensarci bene è una potenza superiore a quella di una F40, di una McLaren 600 LT o di una Pagani Zonda C12 S. Mica male. Oltre a ciò sono stati aggiunti enormi cerchi da 21 pollici, freni carboceramici e sospensioni con Dynamic Ride Control che insieme ai loghi RS, alla scritta Quattro all’anteriore e agli scenografici doppi scarichi fan salire un brivido lungo la spina dorsale anche al più ignaro degli automobilisti. Per quanto la RS6 Performance abbia un aspetto minaccioso la parte più intrigante ed esaltante sono ovviamente le prestazioni di cui è capace, visto che i suoi 1.935 chili a secco vengono sparati da 0 a 100 in 3,7 secondi fino alla velocità massima di 305 km/h. Difficile da credere? Al momento assolutamente sì, visto che sono adagiato sui sedili posteriori avvolto da pelle Nappa e con un gradevole clima bizona, mentre le sospensioni settate su Comfort assorbono i dossi come fossero pudding e il cambio ad otto marce fa girare il motore quieto quieto a 1.800 giri; se fossi bendato crederei di essere a bordo di un’A8.
Fortunatamente non lo sono, così terminati gli scatti fatti in un pittoresco molo commerciale possiamo selezionare la modalità Dynamic per motore, cambio, sospensioni etc. etc. e sperimentare tutti i 605 cavalli della RS6 grazie ad un giochino ben noto chiamato ‘Launch Control’: disinserite l’ESP, mettete il piede sinistro sul freno e il destro sull’acceleratore e appena mollate la presa sui dischi quella grossa station wagon si acquatta per venire sparata in avanti con una cattiveria incredibile. Ora sì che i 3,7 secondi sono credibilissimi, e pensare che l’abbiamo provato in leggera salita. Rispetto alla precedente versione V10 la RS6 V8 ha guadagnato un look fantastico e soprattutto ha perso un centinaio di chili, anche se il peso resta ancora il tasto dolente di questa lunghissima Audi. 1.935 chili (che in ordine di marcia superano ampiamente le due tonnellate) non sono ancora pochi, ma per essere una grossa station wagon la RS6 fa già abbastanza miracoli in curva, come ho modo di scoprire appena decido di scambiare i comodissimi sedili posteriore per quello che conta, il sedile di guida. Gli interni sono curatissimi e sfoggiano la classica qualità Audi con pelle, Alcantara, una buona dose di fibra di carbonio che non stona mai e quadranti ancora analogici, mentre tutto l’infotainment è relegato dentro uno schermo a scomparsa; ci sono dieci centimetri quadrati in croce di plastiche che non mi convincono per una vettura così costosa ma per il resto vi piacerà stare in questo abitacolo, specialmente quando impugnerete il volante dal fondo piatto e premerete il pulsante di accensione. Questo esemplare non monta lo scarico Akrapovic ma ne ha installato uno fornito dall’Audi Sport che non si vergogna ugualmente di far sentire la sua voce… anzi: per essere un bi turbo questo motore ha una tonalità molto apprezzabile e perfetta per il tipo di auto, cupa, cattiva, e piena di scoppi e secche mitragliate sia quando cambiate sia in scalata.
Il fatto di essere su un’auto tecnicamente da famiglie rende tutto ancora più esilarante, e voi più inclini a spargere panico fra i passanti con quel V8. V8 che a proposito è veramente notevole. A parte la spinta che vi comprime lo stomaco e il fatto che in accelerazione la RS6 sembri dimenticare di pesare quanto un piccolo grattacielo, è la disponibilità di coppia a soli 1.750 giri a impressionare: potete essere in terza o in quinta, ma il risultato sarà sempre quello di voi spiaccicati dentro i sedili in pelle Nappa con un sorriso sorpreso sulla faccia. Questo accade anche grazie al cambio Tiptronic Audi a otto rapporti che anche se non è veloce quanto quello della R8 si difende bene, e che può delicatamente trasportarvi in modalità automatica o diventare più coinvolgente in manuale. C’è un fatto però: otto marce sono tante, di conseguenza i rapporti sono accorciati e se guiderete la RS6 in manuale dovrete stare attenti a tenere il passo mostruoso di quella coppia di turbo. L’accelerazione nelle prime tre marce infatti è così violenta che bisogna avere riflessi pronti per non sbattere contro il limitatore e le velocità raggiungibili così elevate che sarebbe meglio avere una patente di riserva. Tutte queste accelerazioni però mi fanno arrivare in fretta a delle curve, cosa che implica frenare e girare. Gli enormi dischi carboceramici sono potentissimi ma da interpretare: la prima parte della corsa è efficace però il pedale è quasi spugnoso e difficile da capire, ma quando iniziate a pestare seriamente – diciamo oltre il 70% della corsa – e ad applicare una buona dose di chili percepirete molto più chiaramente il lavoro delle pinze scoprendo dei freni piuttosto sensibili e capaci di arrestare due tonnellate di auto in uno spazio irrisorio.
E le curve? Lo sterzo, complice anche tutto quel peso all’anteriore, è più comunicativo di quanto immaginato ma nei tornanti più stretti il peso e il rollio si fanno sentire: le sospensioni in Dynamic mi piacerebbero ancora più rigide, e per quanto buone le gomme Pirelli PZero sono sottodimensionate per le prestazioni che questo missile può raggiungere. Quando però si arriva in un misto veloce e si ha la possibilità di sguinzagliare tutti i 605 cavalli, la RS6 vi sorprende. Il motore è eccezionale, i freni una garanzia e facendo attenzione alle traiettorie per non far emergere il sottosterzo riuscite a guidare come se aveste fra le mani una vettura parecchio più leggera; al limite percepite ancora tutto quel peso ma nei cambi di direzione la RS6 è molto più agile del previsto, nascondendo anche le sue dimensioni importanti. Guidatela come si deve e sarete anche troppo veloci. C’è un bip acustico una volta superati i 140 km/h e (ipoteticamente parlando visto che da bravo ragazzo ho ovviamente rispettato i limiti di velocità) che io fossi in campagna, in tangenziale, o in uscita di curva non riuscivo mai a farlo stare zitto. Al mondo esistono auto più pure, più coinvolgenti, più leggere e persino molto più veloci di questa wagon, ma se volete spostare quante più cose e persone possibili da A a B nel minor tempo possibile – e nel mentre divertirvi pure – non prendete uno stupido Suv ‘cosiddetto sportivo’ ma scegliete una RS6 Performance.
Un grazie a Massimo per questo missile grigio
di Tommaso Ferrari