MEGAne RS 265 CUP

Ogni volta che ho la possibilità di tornarvi, i paesaggi, le curve e la spettacolarità del posto non fanno altro che riconfermarmi quello che penso sempre: il Passo del Bernina è semplicemente una delle più belle strade sul quale abbia mai guidato. Il tracciato è così aperto, vario e impegnativo che è impossibile non divertirsi; mi sono ritrovato a ridere persino la volta che ho dovuto guidare un turbodiesel verso il rifugio Bernina posto sulla sommità. Quindi, considerando ciò, provare una Megàne RS 265 con telaio Cup su questo passo svizzero dovrebbe rendere la giornata piuttosto interessante giusto? La mattinata inizia con un tempo anche clemente, poche nuvole, un caldo intenso ma rassicurante che lascerà presto spazio a una meravigliosa e fresca aria di montagna. Per arrivare al Passo del Bernina generalmente si giunge fino a Edolo – alla fine della Valcamonica – per poi svoltare a sinistra verso il Passo dell’Aprica, un percorso piuttosto tecnico e coinvolgente, a meno di non trovare una delle decine di roulotte che frequentano questi posti. Seguendo poi per Tirano si raggiunge in breve la dogana che segna il confine con Svizzera e Italia, che vi porterà fino al bellissimo lago di Poschiavo attraversando il cantone dei Grigioni. 

Anche se non vi fosse un’enorme dogana a marcare il passaggio vi accorgereste immediatamente di essere in Svizzera: l’asfalto diventa liscio e immacolato, interrotto solo dalle rotaie del famoso Trenino Rosso del Bernina, la pulizia è ammirevole e incominciate a vedere auto sportive per tutti i gusti, da vecchie Honda Integra Type R a Ferrari 458 Italia, fino a una schiera di Subaru Impreza Sti in ogni forma e versione, evidentemente il mezzo preferito da uno svizzero su due. Superato Poschiavo e dopo aver guadagnato ancora quota inizia il vero divertimento: la strada si apre rivelando una verdissima vallata che dà l’inizio al Passo del Bernina. Finalmente. Il versante Sud alterna tratti lenti ad altri medio-veloci ed è ottimo per iniziare a scaldare le gomme Michelin della Megàne che si trova veramente a suo agio in questo ambiente. Se vi fate prendere la mano arriverete in breve tempo alla cima del passo, dove rimarrete sbalorditi dal paesaggio circostante, che migliora ulteriormente scendendo dal lato opposto. Sulla sinistra avete l’incantevole Lago Bianco e a destra il Piz Lagalb, che incorniciano un percorso che stavolta non è medio-veloce, ma solo e decisamente veloce. A curve da quarta piena si alternano rettilinei dove con i 265 cavalli della Megàne potete raggiungere anche i… ehm, dove potete andare piuttosto veloci insomma, e se continuate di quel passo finirete nel ridente paesino di St. Moritz. Dopo aver sfruttato i momenti di sole alternati a brevi grandinate – dopotutto siamo pur sempre in montagna – per scattare le fotografie, è il momento di percorrere entrambi i versanti per scoprire quanto ci si può divertire con quella che era la regina delle hot hatch. 

Essendo una versione 265 Cup, il 2.0 litri turbo di questa RS ha per l’appunto 265 cavalli e 360 Nm di coppia, molle e ammortizzatori più rigidi, oltre ad un apprezzatissimo differenziale autobloccante meccanico. Mi accomodo nei bellissimi e sottili sedili Recaro che avvolgono bene le spalle, regolo il volante e comincio già a gradire la frizione, molto facile da modulare e con il giusto peso. Il motore spinge piuttosto forte già da 2600/2700 giri senza un eccessivo turbo lag e con un’erogazione molto piena fin oltre i 6000 giri, prima di toccare il limitatore posto a 6500. Nelle prime tre marce la velocità sale davvero rapidamente e il cambio (manuale ovviamente, prima che tutta quest’ansia da doppia frizione colpisse anche le compatte sportive) vi coinvolge ancora di più nell’esperienza: la corsa non è troppo lunga e gli innesti sono duri ma rapidi e precisi; anche la rapportatura è perfetta per queste strade. Ma come tutte le hot hatch che si rispettino, la parte migliore è appena affrontate le prime curve. E’ il versante più tecnico a mettere in luce le qualità della Megàne, che riesce a assorbirvi completamente nella guida. Lo sterzo non è leggero, ha una consistenza perfetta ed è diretto, preciso e vi permette un ottimo inserimento in curva anche se forse manca un po’ di trasparenza; passato il punto di corda poi potete scaricare tutti i cavalli attraverso il differenziale autobloccante che lavora sorprendentemente bene e non risulta troppo aggressivo, senza particolari reazioni di coppia al volante. 

Quando avevo provato in pista la 265 l’azione del differenziale si notava ancora meno, ma qui in montagna dà più carattere alla macchina e soprattutto mentre a Imola il posteriore mi era sembrato più piatto, su strada è molto più giocoso e vi permette di migliorare l’ingresso. Non che sia una 106 Rallye o una Focus RS mk1, ma rilasciando l’acceleratore e specialmente in staccata riuscite a spostare il retrotreno quel tanto che basta a bilanciare l’auto annullando il sottosterzo, sapendo che dall’apice in poi avrete l’autobloccante dal vostro lato. Una pecca però è il sound della RS: il quattro cilindri turbo ha una sorta di risonanza cupa e metallica davvero bella intorno ai 3000 giri, ma sopra i 4500 il rumore del motore si confonde con il turbo creando una nota non proprio melodica; sarebbe anche bello sentire dallo scarico più scoppettii, che appaiono solo dopo aver scaldato per bene il terminale. Con queste riflessioni in testa – e un gran sorriso in faccia – cominciamo a percorre il versante più veloce, dove continuiamo ad ammirare il lavoro di RenaultSport con il telaio Cup. L’assetto è piuttosto rigido (tanto è vero che abbiamo parcheggiato la Megàne su tre ruote durante uno scatto) ma le sospensioni assorbono comunque bene le sconnessioni e il rollio è ridotto anche nei cambi di direzioni più rapidi. Il posteriore è nuovamente molto stabile, solo al limite da giocoso diventa più brusco e repentino nell’allargare, ma la 265 resta sempre precisa e comunicativa. Dopo aver continuato a disturbare per un po’ le marmotte svizzere facciamo raffreddare la turbina della Megàne all’ospizio Bernina, e nonostante il colore sobrio e le numerose Porsche, qualche sguardo ammirato lo riceve pure la due volumi Renault.

Effettivamente il restyling della Megàne è proprio ben riuscito: i fari più affilati e i passaruota muscolosi le danno una presenza accattivante, e i cerchi da 19 pollici hanno un disegno fantastico. Anche gli interni non sono anonimi, con cuciture rosse e dettagli RenaultSport in bella vista, compreso l’RS Monitor, capace di visualizzare qualunque informazione da cavalli e coppia istantanei, angolo di sterzo, temperatura dell’olio fino alla temperatura dell’aria aspirata. Mentre il pomeriggio volge al termine finiamo gli scatti e improvvisamente veniamo sorpresi da una fortissima grandinata sul versante Nord, così scendiamo in tutta fretta da quello Sud, dove riusciamo ad apprezzare ancora di più i freni (qua migliorati, con un mordente iniziale più deciso e un’ottima potenza frenante) e la pedaliera per il punta tacco, oltre a tutte le sensazioni principali della Megàne: la sentite sempre pronta, tesa e entusiasta attorno a voi, come se riusciste a controllare tutto alla perfezione; la sua agilità e la sua velocità sono impressionanti e in breve tempo ci ritroviamo nuovamente con il sole a Poschiavo. L’uscita del nuovo modello non ha rovinato per nulla l’immagine della 265 Cup, che rimane una delle hot hatch più complete e fantastiche da acquistare, specialmente su una strada grandiosa come questa. 

di Tommaso Ferrari