BRIVIDI SENZA TEMPO
Una delle migliori auto sportive mai concepite, amata dalla stampa di tutto il mondo. Era inevitabile entrasse anche nelle mie grazie…
Qualche mese fa la mia bibbia personale, EVO UK, ha pubblicato un servizio da leggere con le lacrime agli occhi. I 10 migliori tester inglesi stilavano la lista delle loro 10 sportive preferite di sempre, un compito capace di causare non poche crisi mistiche. Professionisti coi controcazzi, piloti che hanno avuto la fortuna – e il talento – di guidare qualsiasi cosa, da una Porsche 962 ad una McLaren F1 a una 288 GTO, Caterham, Lotus, Bugatti, McLaren, Pagani, Formula 1, vetture della Pikes Peak… come dicevo, qualsiasi cosa. Cinque tester su dieci hanno incoronato vincitrice la Porsche 997 GT3 RS o la 997 GT3, una percentuale esagerata se considerate l’infinita varietà di sportive nel mondo. Avanti veloce qualche mese ed ecco che, neanche a farlo apposta, entro in contatto con Luciano Ricordini, fiero possessore di una 997.2 GT3 con tanto di foto al ‘Ring allegata. Sarebbe stato veramente scortese non andarlo a trovare… . Luciano tra l’altro è un appassionato di quelli seri: imprenditore genovese in pensione, 74 anni, molti dei quali passati a percorrere 111.000 chilometri a bordo della sua GT3, compresi trackday e viaggi al Nurburgring. Nel 2010, dopo diverse Ferrari, Cosworth e Porsche decide di regalarsi quella che per lui è la sportiva definitiva, imbattibile su ogni fronte sia che vogliate cercare il limite in pista o… sul campo da golf. E, toh guarda, tale arma ha un flat six nel baule. Appena la Liguria riceve tregua dal maltempo mi organizzo con Luciano per incontrarci vicino al Porto Antico, un luogo caratteristico di Genova, pieno di vita e dotato di un panorama inconfondibile. Bello quanto volete, ma non riesce a distrarre il mio sguardo dalla GT3. Che linea. Con le 911 capita spesso che il modello standard non dica molto, troppo ‘blando’ e insapore, poi Porsche presenta la GT3 e dovete tenervi alla prima ringhiera per non svenire a terra.
La 997.2 non fa eccezione: la carrozzeria tesa è intimidatoria, aggressiva il giusto conservando un’eleganza innata, specialmente in questo profondo Blue Midnight metallizzato. Prendete un gentleman inglese con i muscoli gonfi sotto l’abito Burberry e l’effetto sarà il medesimo, solo che Burberry in omaggio non vi dà un flat six ancora progettato da Hans Mezger. I cerchi monodado hanno uno dei migliori design di sempre e le proporzioni generali, sommate all’aura minacciosa, sono un capolavoro. Non che la parte meccanica sia da meno. Rispetto alla 997.1 il boxer della 997.2 GT3 cresce fino a 3.8 litri con 435 cavalli e 430 Nm di coppia, limitatore a 8.400 giri, sistema Variocam affinato, supporti motore attivi, PASM, autobloccante al 28% e un cambio manuale a sei marce. Luciano peraltro – dato che la usa per i lunghi viaggi e per il golf – ha fatto una scelta insolita rinunciando all’allestimento Clubsport. Niente sedili a guscio in carbonio o rollbar posteriore, né freni carboceramici, invece la seduta è in Alcantara e pelle, come il cruscotto. Ero scettico riguardo ai sedili (adoro quelli a guscio di Stoccarda) eppure dopo tanti chilometri insieme alla 911 non sento la mancanza di qualcosa di più corsaiolo, anzi adoro la classe che emana questa particolare GT3 e la sua ferocia nascosta. Il proprietario conosce bene la zona e sa dove divertirsi, così mi propone subito il Passo del Bracco, l’itinerario perfetto (ancora non lo sapevo) per esplorare tutte le capacità del gioiello tedesco, con una vista magnifica su Moneglia e il Mar Ligure. Ci lasciamo alle spalle la lanterna di Genova e puntiamo sopra Deiva Marina, non prima di fare una tappa fondamentale, il campo da Golf! Pranziamo al volo al Golf Club di Rapallo e facendo gli occhioni languidi riesco persino a disturbare una gara per piazzare la 997 sul green, accanto a una sacca piena di mazze; dopotutto l’essenza della GT3 è proprio questa, eccellere sia in pista che nella quotidianità. Casella della quotidianità spuntata, ora verifichiamo il lato più hardcore.
L’autostrada scorre via veloce con la 911 che mostra una stabilità invidiabile sui giunti genovesi e in poco tempo ci troviamo all’inizio del passo, un susseguirsi infinito di curve veloci, tornanti, simil rettilinei e una spolverata qua e là di contropendenze. Scopro che il Passo del Bracco è dove i motociclisti liguri vengono a fare le vasche per allenarsi o filmare le loro prodezze, e che Luciano a dispetto dell’età non ha perso ancora il tocco (vent’anni fa vinse con margine il campionato Porsche Targa Tricolore con una 964 Cup). Prima che il passo si riempia di tanti aspiranti Valentino Rossi stringo le chiavi della GT3 e mi faccio abbracciare dai sedili in pelle, pronto per una giostra indimenticabile. Sapevo già che mi sarei innamorato di lei, dovevo solo capire quanto. E mi bastano tre curve. Vedete, le GT3 hanno un dono: sedetevi al loro interno e percepirete istantaneamente una sensazione di solidità, di coesione, una affidabilità dell’anteriore palpabili. Non so se sia la forma della scocca, il telaio, i materiali, le geometrie dell’assetto o altre diavolerie, so che è una sensazione unica. Dopo qualcosa come quattro chilometri mi trovo a staccare al limite dell’ABS, inserirmi in curva col posteriore leggermente scomposto e uscire in sovrasterzo mentre il flat six scava un posto nel mio cuore usando un’escavatrice gigante. E tutta questa confidenza è merito della GT3, non perché io sia un kamikaze. Certo, della 997.2 GT3 vi colpiscono le prestazioni, la fame del flat six, l’handling, il sound, l’estetica… ma ciò che davvero lascia sconcertati è l’equilibrio complessivo, l’armonia totale delle parti in gioco.
Ogni componente meccanica trasuda informazioni, vi inonda di sensazioni cristalline e lo fa in un modo che per lei pare scontato, quasi normale, come dicesse “Ah si? Non fanno così anche le altre sportive?” conoscendo benissimo la risposta e sogghignando di gusto. Il risultato è che la 997 – per quanto serva un bel manico per andare forte – è quasi giocosa, naturale al limite. Non ha un passo devastante come la 991 GT3 RS o la 992 GT3 ma dalla sua ha ancora dimensioni compatte e un frontale più stretto, caratteristiche che su questa strada aggiungono ulteriore fiducia. Sto sfruttando quasi tutti i 435 cavalli del Mezger, e lo sto facendo come se fossi al volante di una Clio Williams o di una Mx-5. Assurdo. Da guidare poi è fisica: la frizione è dura, il cambio ha una corsa irrisoria e una impugnatura perfetta, ma concede pochi sconti. I leveraggi sono pesanti e non tollerano esitazioni, restituendo in cambio un feeling meccanico impagabile. Dovete faticare, guadagnarvi quelle sensazioni. Il volante in Alcantara è trasparente, lo sterzo ancora idraulico vi bombarda di informazioni e riuscite persino a percepire il grado di cedevolezza della spalla delle gomme, in questo caso delle Goodyear Eagle F1 Supersport R che hanno esalato gli ultimi respiri sul Passo del Bracco. L’impercettibile sottosterzo in ingresso è proprio dovuto a quello, e nonostante le gomme alla frutta la GT3 conserva un equilibrio straordinario in percorrenza per poi sovrasterzare in uscita – se volete – o sfruttare il peso del boxer per ancorarsi a terra.
Sono praticamente certo che a Stoccarda abbiano qualche laboratorio sotterraneo dove Andreas Preuninger e il compianto Hans Mezger sperimentassero magia nera, altrimenti le sospensioni e il flat six non si spiegano. La 997.2 GT3 è l’ultima 911 a montare il sei cilindri boxer progettato da Mezger, ed è semplicemente uno dei migliori propulsori di sempre: ha una spinta che inizia a 2.000 giri e continua in un crescendo fin sopra gli 8.000 giri, accompagnandovi con un timbro penetrante e melodioso, inconfondibile. Mille sfumature di aspirazione e scarico si combinano coccolandomi i timpani, e tenendo premuto il tasto Sport le valvole elettroattuate si aprono a 3.000 giri anziché 4.000. Inutile dire che anche in città quel pulsante fosse ampiamente molestato. Le sospensioni sono un’altra stregoneria, a bassa andatura si dimostrano piuttosto rigide, senza troppi compromessi, della serie “mica hai comprato una Classe S, lasciami fare”. Invece appena inizio a slegare il flat six gli ammortizzatori si trasformano e cominciano a riasfaltare la strada in una maniera che faccio fatica a comprendere. Più spingo, più le buche e le crepe dell’asfalto scompaiono donando alla GT3 una compostezza impressionante. Il Passo del Bracco è un misto parecchio veloce e la 997 fa colpo anche sulle decine di motociclisti della zona, ammirati dall’estetica e stupiti dalla velocità che riesce ad accumulare nell’entroterra ligure. Luciano ha modificato la pedaliera aggiungendo una lamina di alluminio per rendere ancora più comodo fare il punta tacco, mi spiace solo che la corsa dell’acceleratore elettronico (il primo difetto che trovo) per l’ultimo 20% non aggiunga nulla alla spinta del flat six. Non che ce ne sia davvero bisogno… la mia patente sta già rischiando troppo. Il pedale del freno invece non ha una corsa del tutto uniforme e è un po’ ridotta per i miei gusti, ma passato il punto iniziale i dischi da 380 mm inchiodano i 1.395 chili della GT3 come se l’asfalto diventasse di colpo cemento fresco.
Prima che il flat six e gli occasionali sovrasterzi della GT3 attirino qualche divisa decido di scendere verso il mare tornando a Genova, dove mi aspetta una rilassante cena al porto. La mattina dopo mi incontro con Luciano per colazione e per finire qualche scatto, stavolta optiamo per delle strade panoramiche sopra Camogli, costellate da ville affacciate sul mare che costeranno più di una Chiron o due. Non mi faccio pregare e torno al volante della GT3 per avere conferma di tutto ciò che ho scoperto il giorno prima: la 997.2 si comporta perfettamente anche nel traffico e quando macchine e motorini si dissolvono riassaporo le meravigliose sensazioni provate sul Bracco. Di nuovo, la GT3 mi mostra cosa la renda tanto spettacolare, il poter viaggiare con lei in centro città o fino al ‘Ring, girare all’Inferno Verde fino a consumare voi stessi e le gomme e poi tornare a casa come se vi foste appena sgranchiti le gambe. L’eccitante e raffinato Mezger, le sospensioni stregate, lo sterzo cristallino o il telaio così naturale, per non parlare del cambio… la 997 GT3 è una overdose sensoriale che vi permette di legare con lei ad un livello intimo, sperimentandone a pieno le qualità. Qualità incredibili ancora dopo dodici anni, e che dopo aver sedotto i tester di Evo UK hanno incantato anche me.
Dedicato con tutto il cuore a Beniamino Ferrari
di Tommaso Ferrari